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| L'impero giapponese sembrerebbe suddiviso in due repubbliche con un recente conflitto alle spalle. La cosa era mai stata detta? La storia è narrata per lo più con didascalie che riproducono i pensieri di Nathan. Mi hanno strasmesso un senso di solitudine. Un po' come per noi malati di lockdown e isolamento forzato, anche per Nathan l'isolamento dall'Agenzia inizia a pesargli, ma al momento non se ne preoccupa perché il suo obiettivo è trovare i Black Scarf. Medda all'inizio cita se stesso. A pagina 20 in uno dei suoi pensieri Nathan ricorda il caso di una sua ex cliente Lucy Vega, in Gli occhi di uno sconosciuto. Questa storia deve essergli rimasta nel cuore, dal momento che anche alla conferenza di Buccinasco a cui avevo assistito ne aveva parlato. CITAZIONE (GenoaJackson @ 16/5/2020, 11:22) I robot sono un'occasione persa. Non hanno un ruolo davvero centrale nella storia, se fossero stati sostituiti da elicotteri il risultato sarebbe stato lo stesso. Immaginavo i robot inseriti nella macrocontinuity come un retaggio della guerra di Omega, invece nulla assoluto. Le aspettative della copertina non sono state ripagate, i robot potevano rappresentare un elemento quasi epico nella storia invece si rivelano essere solo una parte marginale. Non credo. I robot era chiaro fin dall'inizio che non avevano a che fare con Omega. I robot non potevano essere sostituiti con nient'altro perché sono una metafora che Medda utilizza per descrivere una disillusione che si prova quando da giovani si sognano grandi progetti, ma po crescendo ci si accontenta di piccole cose. O almeno io l'ho vista così. Vedi didascalie alle pagine 90 e 91. I disegni di Giardo sono una garanzia. Voto 8.
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