| Quando ti avvicini ad un'arte che, per sua natura, si svolge e si percepisce nel tempo, spesso capita che i tuoi sensi non riescano a percepire tutti i dettagli e in più, quando le percezioni diventano memoria, si vede come ancora più dettagli si vadano a perdere e sfumino via. Così succede che la tua mente elabori in quelle frazioni di secondo in cui tu stai percependo l'opera, la sua ipotesi di continuazione e, quando questa ipotesi diventa la realtà dei fatti, ecco che l'opera d'arte ci colpisce e ci emoziona, perché in quel preciso momento è entrata in risonanza con la nostra persona.
Ho iniziato a leggere questa storia e vi ho subito trovato parole che raccontavano della perfezione della musica e dell'imperfezione dell'essere umano causata dalla sua propensione all'egoismo e alla menzogna (e io non ho potuto fare a meno di riflettere sulla scelta che ho fatto ormai quasi 10 anni fa, di non mentire più né a me stesso né agli altri); ho letto parole che raccontavano di sogni infranti sul più bello e della determinazione e della volontà di chi continua a combattere perché sente che quello è ciò che vuole fare ed è disposto ad impegnarcisi per tutto quello che può (e non posso non pensare ai 5 anni passati tra il 2002 e il 2006, e poi gli ultimi 4 anni, dal 2009 al 2012 in cui mi sono trovato a dover ricostruire da capo tutta la mia tecnica di tiro e il mio approccio mentale alle gare, perché il mio braccio non rispondeva più nel modo in cui sapevo, e perché, inoltre, la schiena totalmente infiammata non mi permetteva più di mantenere la posizione e il modo di tirare che avevo avuto nei 10 anni precedenti).
L'albo scorre con una buona freschezza e una bella intensità emotiva (da 7-7,5 per intenderci), fino a quando non arriva il racconto che la violoncellista fa dei propri fantasmi e dei propri rimorsi, quando con le parole spiega la forza profonda che la fa suonare e lì già il mio giudizio cambia. Perché io sono carne sangue ossa e note, e leggere quelle parole è stata una sensazione incredibile, perché io so che quelle parole altro non sono che la pura realtà: quando provi un'emozione violenta e intensa e la esprimi attraverso la musica, cantata o suonata che sia, è la musica stessa a suonare e a venire percepita in maniera diversa. A questo punto ho già in testa di dare almeno un 8 pieno a questo albo, ma poi ecco che arriva quella parola in particolare: INTENSITA'! Quando la leggo, e soprattutto quando leggo la frase in cui è inserita e guardo il contesto in cui quella frase viene pronunciata, allora la mia mente viaggia a velocità siderali e inizio a pensare e a ricordare quello che per me è il significato più profondo di questa parola giro pagina e..... eccolo lì scritto nero su bianco in quelle didascalie che ormai da più di vent'anni identificano i pensieri del personaggio Nathan Never. Da lì in avanti è un crescendo assoluto che poi si chiude anche con un finale che ne segna un'ulteriore sua evoluzione.
Per tutto questo dico che questo albo è un capolavoro. Per tutto questo dico che, se questo è il livello delle storie che ci aspettano in futuro, posso tranquillamente fare in tempo a morire prima io del nostro vecchio e amato musone.
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