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| Una rabbia muta. Questo è quello che sembra cartterizzare Nathan in questa storia. Una Città che è solo un palcoscenico, la politica che di nuovo entra con i suoi giochi dentro all'Alfa (e Darver che nel torbido ci sguazza), un'indagine che costringe a guardare negli occhi una realtà che forse è troppo vuota. E poi mi sembra significativo che per tutta la storia Nathan e Nyda rincorrano la speranza di poter parlare di sè, delle proprie vite, in un momento di calma, ma poi questo momento non viene mai.
E poi chi è il Re? Sembra una persona calma, sta lì, il suo covo è una biblioteca e lui passa il tempo seduto a leggere, è sempre calmo, dice di avere un'etica (e in fondo ce l'ha, se decide di non far fuori Nathan e Nyda), ma non esita a minacciare di far scattare una rivolta sanguinosa.
E alla fine quello sconfitto è Nathan, che rimane a chiedersi "perchè?"
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