Grottesca. Surreale. Infantile.
Mix che mi sembra caratterizzare in pieno questa storia e soprattutto la sua seconda parte, che migliora alquanto, portando all’estrema potenza, si fa per dire, quanto intravisto nella prima.
Sembra un film con Bud Spencer e Terence Hill, in cui si sa perfettamente che tutte le situazioni sono clamorosamente false, irreali, incredibili, e anche per questo fanno ridere.
Solo che qui dovrebbero essere, se non credibili, almeno plausibili per un fumetto di fantascienza.
E allora mettiamole in fila.
Nel primo albo il NN finta spia e soprattutto finto cuoco già fa abbastanza ridere, è già scampato a un bombardamento aereo, ora scampa a un altro attacco: ma come fa?
E’ più notevole il culo del NN di Vigna, quello del Tex di Nizzi o quello di Ruby Trombatutti di Papi? E’ dura, è una bella lotta.
Se questo NN fa un po’ ridere, fa addirittura sganasciare il comandante da operetta che non sa nemmeno che faccia abbiano le sue spie infiltrate, ora non si rende neanche minimamente conto della situazione, di chi lo abbia fregato scappando sul flyer, lascia libera una possibile spia, Lisette, sceglie la vittima sacrificale, Parker, facendoci ancora una pessima figura: proprio un gran conoscitore di uomini, il comandante Stonhenge.
Non c’è niente da dire: vince a mani basse il premio che mi ha reso famoso a livello internazionale, il GOLDEN JACKASS TROPHY, ossia il COGLIONAZZO D’ORO, per i provinciali.
E questo coglionazzo mi sa tanto che ce lo ritroveremo fra le scatole.
Come mi sembra poi una barzelletta il fatto che un comando elettronico che dovrebbe scatenare ordigni nucleari sia rallentabile montando in macchina e allontanandosi. Macchina schermata? Via, già fa ridere, qui fa sganasciare. Anche la cosa migliore della storia, Lisette, purtroppo è inclusa nella barzelletta.
Ma non è mica finita. Per nulla. Il solito comando, stavolta automatico, ci mette una buona mezz’ora per arrivare a destinazione, e tutta la cosiddetta “minaccia nucleare” svanisce già in copertina, cioè tagliando un semplice cavo meccanico.
Ma siamo nel futuro o nella seconda guerra mondiale?
Vediamo allora di fare delle ipotesi “serie”, “sensate”, “obiettive”, “imparziali”, “neutre”.
1 – Vigna pensa che i lettori di NN siano ingenui come dei bambini di 7-8 anni.
2 – Vigna è stufo del personaggio, non ne può più, e se ne vedono i risultati.
3 – Vigna è prepotentemente influenzato dall’ultimo Nizzi.
4 – Vigna boicotta volontariamente NN perché ha in mente un nuovo progetto editoriale al di là della SBE.
5 – Vigna partecipa ai festini di Arcore e creativamente ne risente.
6 – Vigna si fa scrivere i testi da un ghost writer di 13 anni e li firma solamente.
7 – Vigna si fa scrivere i testi da Lapo Elkann.
8 – Vigna si fa scrivere i testi da Emanuele Filiberto.
9 – Vigna si fa scrivere i testi dal Grande Puffo.
10 – Vigna ci regala, dopo la “Milano da bere”, un nuovo prodotto editoriale, il “NN da bere”, nel senso che per poterlo leggere ce ne dobbiamo bere davvero tante.
Ma il più grande coglionazzo di tutti mi sa che sono io, che ancora continuo a comprarlo e a leggerlo.