Per ¾ abbondanti la storia mi è piaciuta molto, soprattutto per i diversi agganci al quotidiano neveriano che sono invece pressoché spariti e che danno un gusto un po’ retrò, il restante quarto invece mi risulta molto deludente e per certi versi addirittura irriconoscibile se non scandaloso per un lettore che conosce NN a sufficienza.
Lo spazio. Anche se siamo di fronte a uno spazio onirico e non reale, si assapora leggermente il topos della fantascienza per eccellenza, e cioè l’esplorazione spaziale, assente da lungo, troppo tempo. A questo proposito la copertina inganna, e non poco.
Janine. Trovare subito dopo la ministoria su AA un NN che va a giro con Janine come ai vecchi tempi, che poi la cerca per comunicarle i suoi sospetti, potrebbe far pensare e illudere chi, come me, vedrebbe con favore un riavvicinamento fra i due. Penso che sia solo una coincidenza, però vedere finalmente NN che ha un po’ di tempo libero e non è solo tutto lavoro fa enormemente piacere.
Libri. Sembra che NN si sia riavvicinato alla sua vecchia passione, questo stona non poco col NN più recente che sembrava aver messo da parte la lettura, fa piacere ritrovarlo così, sperando che non sia solo un fuoco di paglia.
Ricordi e passato. Ritroviamo momenti, ricordi, amici del passato, per un attimo sembra quasi di leggere un vecchio almanacco col NN ragazzo che si avvia a muovere i passi decisivi per la sua futura carriera spaziale, poi mancata.
Abitudini quotidiane. Sembra insignificante, ma lo scambio di battute sul Koronju è una chicca che non può non far piacere chi ha apprezzato certi dettagli in passato.
Agganci con storie passate. I riferimenti a “Il mondo di domani” sono espliciti, e ci sono anche riferimenti indiretti all’ultimo gigante in tutta la parte onirica.
Insomma, mi sembra che ci sia stata la volontà esplicita di agganciare il più possibile presente e passato, di trovare una continuità di riferimento tale da radicare il più possibile il NN attuale con quello del passato, anche recente, e questo l’ho apprezzato parecchio. Anche il giocare in parallelo la vicenda degli astronauti con la ricerca della verità mi è piaciuta. Ho cominciato a sospettare che fosse una finzione quando ho visto la caduta dallo pterodattilo e il marziano che sembra provenire da Mars Attack, da lì in avanti pensavo a esperimenti con droghe pesanti. Interessante anche il momento di consapevolezza dei due astronauti che si rendono conto di vivere in un sogno in cui creano ciò che si trovano a vivere.
È nell’ultima parte che nascono i problemi, e problemi grossi.
Forse è la prima volta in cui un’indagine di NN non porta direttamente alla verità, ma all’uomo che la conosce tutta. Questo Karatopulos sa tutto, del passato e del presente, e che fa?, si rivolge solo a siti complottisti. Non solo, i militari lo lasciano incredibilmente libero, così, su due piedi, dopo un piccolo internamento in manicomio, non cercano né di toglierlo di mezzo né di renderlo definitivamente pazzo. Non mi sembra stare in piedi neanche un po’.
E anche l’incursione in laboratorio non regge molto: guarda caso dentro c’è proprio il responsabile principale, che culo, NN che consegna allo spione la sua password personale in caso di difficoltà, ma quando mai, ma dove esiste, per un intervento di una specie di drone, senza partecipazione umana, almeno sembra, non mi ricordo di aver mai visto un intervento simile.
Un complotto di tale portata scoperto e sconfitto così, in due secondi, e non ho nemmeno capito in cosa consistessero quegli esperimenti, abbiamo visto tante volte ricordi cancellati, prelevati, manipolati, che non mi sembravano necessari nuovi esperimenti per ricostruirli, ma qui forse è un limite mio.
Il libro, poi, mi sembra una forzatura colossale. Siamo passati da un NN tutto lavoro, che non ha un minimo di respiro, che addirittura fa il personal trainer, a un NN che scrive un libro, un libro che parla di una missione, fra l’altro, dall’oggi al domani (ma Darver glielo permette?). Poco credibile. Chi è NN oggi? Da questa storia sembrano due, o uno solo ma schizofrenico. Poco credibile anche in generale, scrivere un libro io l’avrei lasciato fra le fantasie, o gliel’avrei lasciato scrivere in vecchiaia, una volta ritiratosi. Libro che fra l’altro vorrebbe nascondere l’identità del protagonista principale quando poi se ne mostra candidamente in pubblico la moglie. I giornalisti sono fessi, non fanno domande, non ci arrivano a sapere chi è?
In ogni modo, il finale di storia non l’avrei lasciato raccontare, al contrario avrei messo la presentazione del libro alla fine. E ci avrei messo Janine: e che cavolo, l’idea è sua e non la vediamo alla fine? Non mi piace per nulla.
Ma la parte che trovo veramente incomprensibile, dal mio punto di vista, è lo spegnimento delle macchine. Abbiamo sentito dire mille volte dallo stesso NN che noi siamo i nostri ricordi, che l’uomo non esiste se non ha ricordi che lo riallacciano al passato e alla propria storia, perché nei ricordi c’è tutto, passioni, interessi, sentimenti, personalità, carattere, e così via.
E cosa abbiamo qui? Un cervello staccato dal corpo, sì, ma come viene detto “ancora in grado di formulare pensieri, di registrare sensazioni” e anche di sognare. Insomma, quelli non sono i cervelli di Frank e Tanaka, quelli SONO Frank e Tanaka, in quegli organi drogati ma VIVI è contenuto il loro cervello-anima-memoria-mente-spirito.
In un mondo fantascientifico come quello di NN, quelli sono ancora ESSERI UMANI in tutto e per tutto. E che si fa? Si stacca la spina!
“Ricercatori che si muovevano al di fuori di ogni etica, in totale disprezzo delle norme che tutelano la dignità dell’individuo”: e chi stacca la spina non ha forse lo stesso disprezzo?
Non si poteva fare nulla, davvero? Lo scorso mese si è clonata la troia che aveva come funzione quella di stimolare l’uccello del nostro, dal che si vede che ormai la clonazione la possono fare cani e porci, e non si può far nulla per un amico, che non avrà la funzione di stimolare l’uccello ma si spera ben altro a livello emozionale? La troia sì e i due amici no? Come ragiona qui NN? Questo è NN? O non è piuttosto un Karl Brandt o uno di quei medici del Reich che parteciparono entusiasti al progetto T4, ossia all’eliminazione di “vita indegna di essere vissuta”?
Ripeto che i due cervelli sono VITA, sono UOMINI, e nemmeno la bioetica attuale si permetterebbe di sopprimerli su due piedi, figuriamoci nel futuro neveriano.
(E poi sarà passato del tempo dall’incursione al laboratorio alla presentazione del libro, o no? E nel frattempo i cervelli si tengono a bagnomaria?)
In un mondo in cui la tecnologia crea nuovi problemi, nuovi campi d’indagine, interroga e pungola l’etica ma anche fornisce delle risposte, qui era possibile una soluzione tecnologica a un problema etico, e non mi si dica di no, che non era possibile neanche provarci.
La (fanta)tecnologia permetteva qui, se non proprio la clonazione, un salvataggio dei due amici, travasando le loro menti in un computer o in altri soggetti umani, o in un androide stile Link o più evoluto, o chissà cos’altro.
Ma la soppressione diretta, mai. Non si tratta qui della “buona morte” greca, dell’”eu-thanathos” in mancanza di una soluzione, e nemmeno dell’interruzione di un accanimento terapeutico, qui si trattava di fare un tentativo, che poteva anche fallire, per salvare due VITE UMANE.
E NN, che aveva tutti gli strumenti etici necessari al caso, ha partecipato a un duplice omicidio volontario.
Dal mio punto di vista, questo finale è uno scandalo proprio dal punto di vista neveriano.
Non si tratta di avere per forza il lieto fine, si trattava di ingigantire con una pietra miliare la figura di un agente speciale in declino, facendolo lottare ad ogni costo per salvare la vita di un amico, un NN che finalmente ritrovava se stesso almeno da un punto di vista etico. E per questo ci sarebbero voluti almeno due albi che avrebbero permesso anche all’indagine di essere di più ampio respiro.
Invece si è puntato tutto sul libro (ma NN ci guadagna anche?) e su una pietas che per me è invece di una crudeltà infinita.