CITAZIONE (Jumat @ 25/3/2010, 09:45)
non potevi descriverlo meglio...
io aggiungo che è un DITTATORE...
e sappiamo bene che fine fanno prima o poi
Jumat, grazie, ma non l'ho descritto io....
L'ho solo riportato sul forum.
Più di tutto, come doveva essere l'effetto su ogni lettore, mi ha colpito poi la frase alla fine, ed ho provato a pensare:
Ma io, sono pieno di pregiudizi?
Non riesco a rispondermi. Non so se sono in buonafede oppure ormai stratificato dalle mie esperienze di vita.. insomma, non so se sono
intellettualmente onesto (come si usa spesso, ma che vuol dire, poi? che brutta frase) o sono stanco di pensare che nella natura umana c'è in fondo sempre qualcosa di buono.
Tempo fa in TV ci hanno fatto vedere una fiction dove Riina era un affettuoso padre di famiglia.... Non me ne frega niente se in alcune persone potenti c'è qualcosa di buono. Il dolore che infliggono alla società pesa sul piatto della bilancia a loro sfavore...
Il problema, invece, non è nella loro potenza, carisma, determinazione, o quello che li fa essere al di fuori della media, ma nelle PERSONE INTORNO A LORO che non hanno la struttura mentale per rifiutarli a prescindere dai propri tornaconti.
Il fatto non è solo del mafioso, del potente, del prepotente che ci minaccia, ma dell' ensamble sociale e culturale dove trova terreno fertile e ci costringe a sentirci SOLI ED ISOLATI SE NON ACCETTIAMO LE LORO REGOLE. Sono i nostri vicini, i nostri amici, parenti colleghi, siamo noi, la società.
Alla tua aggiunta, ti chiedo, perché pensi questo?
Il testo, come scritto in fondo, è del 1945, e Mussolini era già morto.
Lo sapevano in tutto il mondo che era un dittatore.
Quindi, a chi hai pensato quando hai scritto "aggiungo DITTATORE"?
Io, naturalmente, l'ho capito, come lo capiscono tutti. Come vedi non serve nemmeno scriverne il nome...
l'immaginario collettivo (altra frase di merda inventata per farci sentire uniformi, in maggioranza, e quindi attivi nel sistema che piace ai potenti) ci indica la strada solcata.
Ho visto ieri sera un servizio sulla manifestazione di un partito a sostegno del loro leader, era una manifestazione pacifica, di gioia, c'era allegria, famiglie, pensionati, uomini e donne qualunque. E c'era un giornalista tra loro, che veniva considerato scomodo. Bene, l'hanno offeso, spintonato, allontanato, gli hanno augurato di fare una brutta fine.
Si definivano pacifici, paladini della libertà, pieni d' amore, il bene che trionfa sul male.
E quindi il giornalista che non fa parte di quel partito doveva morire.... evviva l'amore.
Bocche piene di slogan. Ripetuti perché corti, musicali, d'effetto, e quindi facili da ricordare. Spot, insomma.
Spot. Una carta colorata messa loro sopra le loro menti vuote per nascondere la qualità del contenuto. Buio.
Queste stesse persone, tra qualche anno potranno lavarsi la coscienza dichiarando che hanno creduto nel loro leader ma sono rimaste deluse.
Meschina giustificazione sulle loro incapacità, pigrizia e irresponsabilità delle loro non azioni.
Il problema non è che esiste un leader così, ma è che 1 italiano su 2 ci si identifica, e vorrebbe cosciente o inconsciamente essere come lui: ricco, potente, pieno di fica e al di sopra delle regole.