| Riccardo Secchi, sceneggiatore di Nathan Never, si è reso disponibile a rispondere ad alcune domande. Ringraziandolo nuovamente per la disponibilità, ecco qui l'intervista:
N = Nemon RS = Riccardo Secchi
N - Ciao Riccardo, grazie della tua disponibilità e complimenti vivissimi per il tuo ultimo lavoro, davvero emozionante. Puoi introdurci il personaggio Riccardo Secchi con una breve biografia? RS - Mi perdonerai se ti allego una scheda su di me sintetica ma abbastanza completa. L’ha fatta un bravo giornalista, Fabrizio Lo Bianco, e io l’ho approvata. E’ per un volume di Coniglio Editore credo, non so se potete riportarla paro paro: "SECCHI, Riccardo (Milano, 1962). Sceneggiatore. Laureato in lettere con una tesi in Storia della Musica, nel 1985 diventa redattore di «Alan Ford», edito dalla Max Bunker Press di cui nel 1988 diventa redattore capo. Dopo aver diretto la rivista «Supercomics», nel 1995 crea il personaggio Gabriel, che esce prima per la Max Bunker Press poi, nel 1997, per la Phoenix. Dal 1997 con il n. 81 di «Nathan Never» (Concerto mortale) inizia la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore che prosegue su «Legs» e «Agenzia Alfa». Nel 1998 approda alla Disney pubblicando su «Topolino» (tra le altre si segnalano le storie dell’Agente Speciale Ciccio, Papertotti e la saga Ultraheroes), «MM», «Pk2» e «Kylion». Nel 2002 si trasferisce a Napoli per lavorare come storyliner alla settima serie della soap televisiva Un posto al sole (Grundy Production) trasmessa da RaiTre. Rientrato a Milano, continua ad alternare fumetto, sempre per Bonelli e Disney, e serie tv. Nel 2007 è infatti story editor per Fiore e tinelli, una sit-com live action in onda su Disney Channel e nel 2008 è sceneggiatore per Mediaset sulla serie Agata e Ulisse. Ha insegnato sceneggiatura alla Scuola del Fumetto di Milano e all’Accademia Disney. Appassionato di musica e chitarrista di orientamento rock, è stato critico musicale negli anni ’80 per l’Editoriale Corno."
N - Come avviene il tuo ingresso in Nathan Never? RS - Circa il mio ingresso in NN, devo dire che sono sempre stato un lettore della serie, l’unica che seguivo con costanza. A quei tempi avevo scritto solo il mio personaggio Gabriel, miniserie autoprodotta, e incontrai Sergio Bonelli in una occasione davvero particolare, cioè il funerale di Bonvi che conoscevo sin da quando ero bambino perché il mio babbo aveva pubblicato molto le sue Sturmtruppen. Ho sempre avuto un affetto particolare per Bonvi e la sua scomparsa fu per me motivo di vero dolore. Era un uomo davvero unico e credo avesse un debole per me. Quando uscì Gabriel mi fece tanti complimenti e la sua opinione mi diede molta energia per proseguire su questa strada. Il suo funerale si tenne a Bologna e quel giorno ci fu una nevicata eccezionale, tanto che tutte le vie di comunicazione erano interrotte. Ci trovammo una dozzina di persone alla stazione ad aspettare un treno per Milano. Eravamo tutti al bar a bere qualcosa di caldo, credo che fu Alfredo Castelli a presentarmi Bonelli. Lui conosceva Gabriel, mi fece i complimenti e mi disse di andare a trovarlo in redazione. Tornato a Milano aspettai qualche giorno poi andai a trovarlo. Gli chiesi se potevo fare una prova per Nathan, e lui mi presentò Antonio Serra a cui dopo qualche settimana portai due soggetti. Uno, benchè da mettere a posto, gli piacque. Divenne ‘Concerto mortale’. Fu il mio inizio da sceneggiatore professionista.
N- Sei comparso su pochi numeri di Nathan Never, anche se tutti di una certa importanza. Da cosa dipende questa sporadicità? RS - Sono spesso impegnato in altri lavori. Scrivo molto per Disney, Topolino soprattutto, e spesso scrivo per la televisone. Ho lavorato a ‘Un posto al sole’ per un anno e mezzo e davvero non avevo tempo per fare altro. La tv in genere non lascia spazi, tempi stretti, consegne rigidissime, riunioni su riunioni.
N - Passiamo al tuo ultimo lavoro, "Vittime e carnefici". Puoi raccontarci qualche retroscena, e quali le fonti di ispirazione? (se ci sono)... insomma, qualche perla per noi appassionati. RS - Ho discusso molto il soggetto con Antonio Serra che voleva una storia scura e intimista. E’ il tipo di storia che sento congeniale e ci siamo trovati d’accordo sul soggetto di massima, che dovesse parlare di un amaro bilancio di Nathan sulla propria vita affettiva. Devo dire che Antonio mi lascia sempre molto libero e di questo gliene sono grato. Le fonti ci sono certamente anche se inconsce, direi un certo tipo di letteratura noir di base ma non solo, alla fine la cultura di riferimento è fatta di qualsiasi cosa. Forse una cosa interessante da raccontare è che la scena finale con Alice e l’idea del ritratto sono venute fuori all’ultimo, quando ormai la sceneggiatura era quasi finita. Il soggetto originario non prevedeva la scena ma ero arrivato corto, come si dice, e avevo ancora delle pagine. Allora con Antonio venne fuori questa ipotesi, che riprendeva la scena iniziale sviluppandola e focalizzando il tema della storia. Mi piace quando le cose vengono così, in corsa e non previste. Sono più sorprendenti per chi scrive e forse anche per il lettore.
N - Ho trovato il tuo lavoro molto intimo, scuro e triste. C'è qualcosa di personale in questo racconto, oppure sono solo emozioni con le quali ti piace (evidentemente) confrontarti da un punto di vista narrativo? Insomma, qual'è il tuo approccio a certi aspetti così delicati dell'animo umano? RS - Credo che un certo tipo di riflessione riguardi ogni persona adulta. Le occasioni mancate, i rimpianti, l’insoddisfazione di sé, un biliancio affettivo nei confronti delle persone care che sentiamo essere in passivo. La cosa che è per me interessante è potere raccontare anche di queste cose in un fumetto e credo che Nathan sia uno dei pochi personaggi che sia strutturato per accoglierle.
N - Nella storia ci sono anche trovate comiche davvero riuscite. Un modo per spezzare la tensione emotiva o semplice voglia di misurarti con più stili narrativi? RS - La parte comica della storia caratterizza l’immaginazione di Nathan circa la sua vita, come avrebbe potuto essere se solo avesse fatto altre scelte. Doveva avere un tono di segno completamente diverso rispetto al buio della prima parte. Nella fantasia di Nathan tutto doveva essere bello e divertente, anche in modo esagerato, sopra le righe, quindi le scene dovevano essere molto orientate al comico. Comunque scrivo da tempo storie umoristiche per Topolino, e anche per la tv spesso ho scritto commedia, quindi è un registro con cui mi sono già misurato.
N - Parlaci della tua collaborazione con Olivares. Durante il pranzo di Lucca ci rivelò come fosse in difficoltà con le facce tristi o le scene cruente, due aspetti ben presenti nell'albo. Avete trovato particolari difficoltà realizzative? E ci sono stati problemi con la redazione (leggasi censura) per le scene più forti? RS - Con Giancarlo nessun problema. Avevamo già colalborato in passato e per me rimane uno dei disegnatori di Nathan più affidabili e interessanti. Spero in altre collaborazioni. Nessuna censura per le scene forti, penso perché erano comunque funzionali al tema del racconto e non fini a se stesse.
N - I tuoi lavori hanno sempre avuto un ottimo riscontro sul nostro forum, e in molti vorrebbero vederti più spesso sulle pagine del nostro eroe. Quale consideri il tuo miglior lavoro neveriano, e cosa ci aspetta il futuro? Hai in programma altre storie? RS - Sono legato affettivamente a tutte le storie che ho scritto. Mi piace ricordare una storia forse ‘minore’ , apparsa in un Agenzia Alfa, ‘La donna tigre’ con protagonsita Branko e Ran. Con Antonio siamo d’accordo per mettere in lavorazione altre storie: una sarà una storia ‘noir’, con un Nathan solitario, poi c’è un’idea che ho proposto ad Antonio sulla quale dobbiamo ancora discutere e forse prenderà una storia doppia. Non so fare previsioni però, ho parecchio altro lavoro che mi preme ma il mio desiderio è di mettere in lavorazione un altro Nathan quanto prima.
N - Leggi fumetti regolarmente? Se si, quali? E per quale altro fumetto bonelliano ti piacerebbe scrivere? RS - Leggo sempre Nathan e Topolino e poi altre cose random e a secondo dei periodi. Ultimamente ho letto un volume della Dark Horse di Nicholas Gurevitch davvero molto buono. Poi leggo di tutto, ho appena finito ‘Il lercio’ di Welsh, ottimo romanzo. Per altri fumetti bonelliani non so dire, vedremo in futuro.
N - Grazie del tempo concessomi e complimenti ancora per il tuo lavoro. Speriamo di poterti ospitare presto sul nostro forum. RS - Grazie e un saluto a tutti
Riccardo Secchi
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