Oserei dire che quest'albo, da solo, tiene testa a tutta la saga precedente, almeno secondo i miei parametri di giudizio di una bella storia a fumetti.
Oltre alla resa dei conti con Bates, che ho trovato ben orchestrata, è dopo la parte didascalica che chiude le scene d'azione che ho apprezzato molto la sostanza di questa trilogia, iniziata illustrando il dopo catastrofe, che ora svela svariati segreti ed apre nuovi scenari, un po' come l'ultima puntata di stagione di "Lost"...
Si scopre finalmente il comportamento di Sawyer degli anni passati, che me l'hanno reso uno dei personaggi più odiosi dei fumetti (si contende il podio con Marsden di Dampyr e pochi altri...), ma che ora appare quanto meno comprensibile, anche se non per questo condivisibile... Insomma, direi che lo scopo principe di Nathan Never, mostrare personaggi soprattutto
umani, sia pienamente raggiunto.
Sara McBain... La moglie di Nathan l'hanno uccisa due persone, lei è una di queste... Non credo occorra aggiungere altro...
Splendide due frasi: "Stavolta abbiamo battuto il drago insieme" (Nathan a Sawyer), e l'epilogo "C'è una crepa in ogni cosa, ed è così che entra la luce".
Semplicemente esaltante quest'ultima, sconvolge il senso della stessa frase che dal n° 162 sembrava dovesse diventare il nuovo intercalare della serie, altro che i "Miseriaccia" dello speciale 18!
Plauso finale ad Olivares, a dir poco in stato di grazia.