CITAZIONE (Rodan75 @ 29/2/2008, 14:21)
(IMG:
http://images.sergiobonellieditore.it/bone...han/nat0110.jpg)
Nathan Never n. 110, mensile
La star
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Piani
Disegni: Matteo Resinanti
Copertina: Roberto De Angelis
Lo scrittore Dashiell Dooley incarica Nathan di aiutarlo nella ricerca di Jessica Bloom, diva di New Hollywood scomparsa nel nulla una decina di anni prima: su di lei Dooley ha intenzione di scrivere una biografia. Qualcuno non vuole che lo scrittore prosegua le indagini e mette alle calcagna sue e di Nathan i due imbranati Nick Avery e Jerry Jones. Dopo essere scampati a un attentato, Dooley e Nathan incontrano il losco White, produttore di film porno con cui ha lavorato Jessica...--------------------------------------------------------------------------------------------
Sono ansioso di confrontarmi su questa storia perché a me ha fatto uno strano effetto, pensavo infatti fosse il "solito" noir alla Nathan e invece è un esperimento "alla Vigna" molto affascinante, ma con una dose di sensibilità in più. Sarà che amo troppo il cinema ma sono stato rapito dall'affetto e dal senso di magico che la storia lascia trasparire
, dove ogni pagina e ogni situazione è un rimando a sensazioni tipiche di altri film. Non è semplice citazionismo, è più il tentativo di restituire delle atmosfere.
Inoltre la storia è molto intelligente per come esplora i confini tra finzione e realtà, tra i sogni prodotti dagli idoli dell'immagine rappresentata e la durezza del vero, creando una struttura "a strati" non banale, sempre senza spocchia ma con attenzione alle sfumature. Non è un caso che tutto inizi con Nathan che vuole cambiare look e si taglia perciò le basette.
A mio parere sembra un albo qualsiasi ma è una gemma
Piani voglio un tuo commento!!!!!
E lo avrai, anche se da questa storia sono passati molti anni (8 da quando è stata pubblicata, 9 da quando l'ho scritta). Innanzitutto grazie per le belle parole. E' una storia che all'epoca in cui era uscita non aveva creato particolare scalpore e di cui anch'io, dopo un innamoramento iniziale, mi sono presto dimenticato. L'ho riletta, a distanza di anni, per risponderti, e devo dire che mi è piaciuta ;-) e che ha evocato in me molte cose, emozionandomi. Ti ringrazio, quindi, per avermi fornito l'occasione per leggerla.
Per quanto riguarda la fonte d'ispirazione principale è quella citata nella posta: l'albo a fumetti:
La stella dimenticata di Laurie Bloome di Christin e Bilal. Pierre Christin è uno dei miei sceneggiatori preferiti e questo albo è insieme a
La battuta di caccia, quello che amo di più.
Anche ne
la stella dimenticata di Laurie Bloome c'era la ricerca di una vecchia star del cinema. Lì, però era raccontata in un altro modo: c'erano delle foto, disegnate da Bilal e le didascalie di Christin che portavano avanti la narrazione e la spingevano sulle tracce di questa vecchia attrice scomparsa.
Anch'io, com'è facile intuire, sono un appassionato di cinema e condivido tutte le cose che hai scritto a proposito del senso della storia.
Posso iniziare raccontando un aneddoto divertente proprio sulle basette di Nathan.
Quando ho scritto l'albo, Nathan aveva le basette come al solito, ma Serra aveva deciso che dall'albo seguente - il 111 - non le avrebbe più dovute avere. "Le belve" era, però, già stato disegnato e non c'era spazio per inserire lì il momento in cui Nathan se le tagliava, così ho aggiunto io tre pagine nella mia storia - una, cioè l'arrivo di Nathan in agenzia, citata da Milton Caniff e altre due, una prima e una dopo. A occhio mi sembrava che avesse a che fare con quello che stavamo raccontando (ma anche se non ce l'avesse avuto, le basette se le sarebbe comunque dovute tagliare qui). Visto quello che scrivi, mi sembra che sia stata, benchè obbligata, una buona scelta.
Che altro dire?
I due killer, ma li avrai riconosciuti, sono Gary Oldman e Tim Roth presi pari pari dal film di Tom Stoppard,
Rosencranz e Guildensternn sono morti e l'intero albo è disseminato di citazioni da film che ho molto amato. Sia nella struttura, che nei nomi dei personaggi, che in alcune situazioni è il mio atto d'amore nei confronti di un certo tipo di vecchio cinema hollywoodiano.
Sempre da quei film deriva la figura di Jessica Bloom che è un po' la summa di tutte le attrici di cui mi sono innamorato quando era ancora un ragazzo.
La riflessione su realtà e mito, il vero argomento dell'albo, deve molto a
L'uomo che uccise Liberty Valance di John Ford, citato nella battuta del giornalista che dice: la realtà è peggiore di qualunque mito.
Nel film di Ford, James Stewart confessava a un giornalista che la cosa per cui era diventato famoso, cioè l'uccisione del feroce bandito Liberty Valance, non era stata compiuta da lui. A questo punto, il giornalista strappava i suoi appunti, deciso a non pubblicare quella notizia, e rispondeva: "Siamo nel West, senatore, e se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda."
La mia penultima notazione riguarda il finale, le ultime 3 pagine, in cui un evento importante viene mostrato solo al lettore e non al nostro protagonista. Mi sembrava un bel modo, non scontato, per chiudere e per dare un senso al tutto.
E per finire vi racconto un aneddoto sulla citazione di Antonioni che trovate in calce.
La riporto perché ancora oggi mi sembra bellissima:
"Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima. Fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai. O forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà."
Fino a poco prima di andare in stampa, la citazione non c'era, perchè non avevo trovato nulla che mi piacesse e che mi sembrasse adatto a siglare questa storia. Poi mi è capitato in mano, per caso, un libro su Antonioni, regista che io non amo particolarmente. Sfogliandolo mi sono però imbattuto in quella frase. Ricordo che non ero a Milano e che ho chiamato subito Antonio per dettargliela al telefono, in modo che la mattina dopo lui la facesse scrivere dalla letterista e la inserisse nell'albo.
Come ebbe a dire una volta il grandissimo, lui sì grandissimo, Federico Fellini, a volte i libri si animano ed escono dalla libreria per aiutarti ;-)
Un caro saluto a tutti.
Stefano Piani
Edited by Uriarte - 1/3/2008, 09:17