Più vado avanti nella lettura della serie, più mi convinco che Vigna è uno sceneggiatore straordinario per come riesce a rendere la complessità in modo semplice.
Quest'albo ad esempio è molto particolare perché funziona su più livelli e riesce a "dire senza essere esplicito", sfruttando magnificamente quello che al cinema si chiama il "fuoricampo".
Aristotele Skotos. Nella storia non c'è, eppure viene nominato spesso e in questo modo lo si fa in un qualche modo tornare in continuity (peraltro veniamo informati che il suo dominio malavitoso si sta incrinando).
Nathan. E' il motore di tutto, ma in pratica della storia non è affatto il protagonista. Anzi questo è forse uno degli albi dove si vede di meno.
La continuity. A parte Skotos questa storia di fatto è una sorta di seguito di "La giovinezza di Nathan Never", contenuto nell'Almanacco 1996, ma comunque trasmette l'idea di una storia autonoma e autoconclusiva. Infatti la sensazione molto forte che ho provato è quella di una storia pensata per avere conseguenze in futuro (poi forse non sarà così, ma chi mi può contraddire se dico che magari all'epoca l'intenzione era quella? Dovrebbe venire qui Vigna a farlo
In ogni caso non ditemi se ho ragione o no, lo voglio scoprire da solo
)
Quindi un albo che se preso in sé è una buona storia, tesa e interessante. Se poi consideriamo tutti questi elementi che Vigna inserisce pur non facendoli apparire espliciti diventa un albo strutturato magnificamente.
I disegni di Toffanetti sono fantastici, forse è il suo albo migliore in questo senso, basta citare tutta la scena iniziale sotto la pioggia, dall'impatto cinematografico!
ps: grandissima Legs quando gliele canta a Sara!