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| E' un po' di tempo che "Gli ultimi giorni dell'umanità" è su un gradino della scala, pronto ad essere letto appena ne avrò l'ispirazione. Naturalmente sapevo che sarebbe venuta rileggendo questo numero. Carl Kraus viveva una Vienna in un cui si perdevano le certezze, in cui Klimt scivolava nel sogno, Schiele graffiava tratti neri cercando di rendere le inquietudini che lo circondavano e che vivevano dentro di lui, Freud cercava di convincere tutti che in fondo è l'animale che prevale... Una riflessione che si accompagna a questo albo di Ostini, perchè per Ike, che forse è una macchina, ma forse è un essere vivente allo stato embrionale, non è possibile accettare la condizione di "ultimi giorni", che accompagna l'umanità da, beh molti anni, direi almeno un 2300, ma non è questo che importa. Ike è appunto una versione molto semplificata di umano, per lui un "conflitto di coscienza" significa appunto dover rinunciare a vivere, perchè non è in grado di risolverlo, o semplicemente di conviverci. L'uomo, e Nathan ne è appunto un esempio, ha dimostrato che saper convivere con i conflitti interiori è molto spesso l'unico modo di vivere
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