Come per i precedenti, do un 6 politico. Non la ritengo una storia adatta al fumetto Nathan Never, ma tra i fumetti Bonelli attualmente in edicola forse Nathan Never è quello che si presta meglio nell'interpretarla (onore a Barbati per averne concepito l'idea e a Secchi per averla sviluppata). Questa trilogia la preferisco di gran lunga alla storia "La lunga marcia", che ho trovato piena di quella retorica dell'anti mafia dei film degli anni 80 e 90. Questa invece ha un taglio decisamente moderno e più realista.
Se avesse avuto un taglio buonista, tutti i ragazzi alla fine si sarebbero riscattati. Invece, come accade nella realtà, le teste vuote alla fine ottengono il destino che si scelgono.
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Comunque la si veda, alla fine vincono quasi tutti.
le bande riescono a lottizzare il territorio del secondo livello, evitando una guerra che a lungo andare li avrebbe indeboliti; i politici evitano di essere trascinati dal fallimento del progetto scolastico e con l'expo aumentano i consensi; l'Agenzia Alfa rinuncia alla gloria per la liberazione dell'ostaggio e ottiene l'escusiva per la sicurezza dell'expo; i cittadini perdono il progetto scolastico che avrebbe consentito a qualche ragazzo di redimersi, ma l'expo consentirà a molti giovani di ottenere un lavoro; Nathan si fa scaricare da Angela (e tra sè e sè secondo me la cosa gli sta anche bene).
A perdere sono solo i morti. D'altra parte, in un ambiente molto competitivo solo i più adatti sopravvivono e chi non si adatta muore. Non è una legge spietata, è solo selezione naturale.
Infine, su Angela, se le avessero disegnato un po' di cellulite sarebbe stata più reale di tante donne zitelle che si affacciano ai quarant'anni. Eccetto la cellulite, poi ha tutti i difetti di una donna. Vuole sempre avere ragione; se c'è qualcosa che non le piace del proprio compagno, cerca in tutti i modi di farglielo cambiare; sempre suscettibile; ecc...