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| Devo dire che non vedevo l' ora di giungere al momento di poter rileggere questo albo (come del resto anche all' epoca della prima uscita, essendo lettore anche di MM). Peccato solo che, sapendo già il meccanismo alla base di questo incontro, sia mancata un po' la suspence originaria, con il suo clou proprio nel momento della drammatica scoperta da parte di Martin, reso benissimo da Vercelli peraltro : che i suoi disegni non si possono certo definire particolarmente belli, ma in compenso sono molto espressivi. Un incontro che dimostra che i due personaggi potevano amalgamarsi molto bene, non solo come caratteri, ma anche per la possibilità di scrivere storie tra passato e futuro. Nel caso di questo albo poi, fui molto felice che si fosse preso spunto da una delle mie storie preferite in assoluto di MM, "I giorni dell' incubo" (MM 62-63-64). Con la diabolica invenzione di Mister Jinx che continua a fare danni anche nel futuro (un altra copia di Martin portata alla follia, stavolta fino alle estreme conseguenze). E bello il suo rapporto con la dottoressa Uma, che si innamora di un robot, si, ma con dentro tutta l' umanità di una persona. Unica mia perplessità di questo racconto è sull' organizzazione "terroristica per la pace" di Terrel, piuttosto ingenua come cosa. P.S. Viene detto esplicitamente in questo albo (da Nathan a Martin) che la Città Est non è New York.
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