Ho avuto modo soltanto ora di leggere gli ultimi interventi sul forum dopo il mio ultimo post.
E' davvero interessante l'ampio dibattito che si è sollevato in merito alla sconfitta dei marziani, considerata da alcuni troppo repentina e frettolosa.
Alcuni hanno lamentato l'assenza di uno "sguardo d'insieme" sul pianeta invaso, altri hanno parlato di fine banale dell'esercito marziano e di inettitudine dell'Imperatore, altri della assenza di generali marziani (ad eccezione di Mapleus sull'Ares).
A mio parere (ed io tendo ad essere sempre critico nei confronti di quello che mi piace, non per il gusto della critica fine a se stessa ma perchè mi piacerebbe che ciò che mi paice fosse anche migliore), chi ha detto che si sarebbe aspettato una saga più seria e più ampia è, nel suo giudizio, quantomeno ingeneroso nei confronti del lavoro che è stato compiuto (dai disegnatori ma soprattutto) dagli sceneggiatori ed in particolare da Stefano Vietti.
La GDM è, all'interno della testata, l'esperimento più ambizioso che sia mai stato tentato nel corso di questi primi venti anni di vita di NN.
Segna un momento di passaggio tra due universi narrativi che avranno (dovrebbero avere) caratteristiche profondamente diverse, un cambiamento di rotta a sua modo epocale.
E' quindi inevitabile che non tutto possa essere stato raccontato nei minimi dettagli (speriamo ci sia spazio nelle testate collaterali per affrontare alcuni momenti importanti che non si è potuto approfondire nell'albo in questione
penso al ruolo della resistenza marziana, in particolare - ma non solo . nella distruzione del teleporter
)
E dirò di più: se funzionale alla narrazione, alcune licenze, alcune elissi, alcune scelte sono pienamente giustificate.
E così
la decisione dell'Amm. Tolwyn di distruggere l'Ares è irrazionale, certo, ma emotivamente pregnante, carica com'è di emozioni archetipiche come l'ira e la vendetta
E ancora
la resa incondizionata dell'Ares sta tutta nella vignetta in cui il Generale Mapleus viene ripreso di profilo, senza alcuna didascalia ed alcun fumetto, nel silenzio di una decisione che potrebbe durare un secondo o secoli
ed infine
l'autoterminazione dell'esercito marziano sulla terra è coerente alla narrazione: può dirsi la soluzione più semplice tra le opzioni possibili ma è in ogni caso coerente. E d'altro canto mi chiedo: si sarebbe potuto gestire in maniera organica e sistematica qualsiasi altra soluzione? Quali strascichi avrebbe avuto nel nuovo universo nathanneveriano?
.
In conclusione, difendo a spada tratta il lavoro di Vietti sino ad ora (pur non avendo mancato di aver sollevato alcuni dubbi e perplessità su alcune sue scelte, dubbi e perplessità che ribadisco ma non elidono il valore della sua opera).