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| CITAZIONE (aromaticus @ 27/8/2008, 10:22) Entro in punta di piedi e dico la mia... Il problema plagio, a mio vedere non esiste e più che mai in questo caso. Fatto è che in qualsiasi forma d'arte ogni autore si ricollega giocoforza ad una tradizione, nonché al linguaggio specifico di un medium con le sue regole, le non scritte forse più ferree di quelle scritte. Quando poi (non è un caso che si parli di "gabbia") si ha che fare con una cosa come il Bonellide, da sempre quasi obbligatoriamente inteso a livello di "coperta" con l'eroe per forza sulla scena, meglio se con la pistola in pugno, possibililmente (cioè, quasi per forza) in una situazione drammatica da Cliffanger che più o meno introduca il tutto (cioè, sia collegato al tema trattato all'interno della narrazione), ecco allora che si arriva a un punto in cui, prima o poi, la replica di certi moduli è inevitabile. Senza scampo. Te la puoi infatti giocare con i piani e le inquadrature, ma tra MB e CM, PA, dal BASSO o dall'ALTO, PP e PPP prima o poi arrivi alla saturazione delle idee (cioè, delle possibilità), ed allora poco da fare... Ovvio così, che se parli di Zombie (i quali sbucano per forza da sotto terra, non li puoi fare uscire dal cesso perché quelli sono gli alligatori fantasma), che l'eroe sia Dylan o Tex, prima o poi due cose simili arrivio a farle per forza. Specie poi in serie che hanno raggiunto le 2-300 uscite ormai... A dir che se hai un mazzetto di sole 5 carte, combinale sin che vuoi, ma il momento arriva in cui esaurisci le possibilità. Unica possibilità di fuga? Rompere gli schemi (cioè, aumentare il numero delle carte) per arrivare così alle copertine grafico-simboliche. Con tutti i rischi del caso nel formato Bonelli (per l'editore), fatto per lo più da un pubblico che ha un determinato gusto precostituito (tradizionalista), perciò in certo modo schiavo di un determinato orizzonte d'attesa... Quello che poi determina (vorrei quasi dire "condiziona") anche le scelte autorali, oltre che editoriali. Un saluto. Vostro Andrea Completamente d'accordo con te: ma c'è da dire che non solo Bonelli usa questo stile di copertina; per questo a me piacciono molto le copertine di Nemrod, sono una vera e propria ventata d'aria fresca.
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