Con grande ritardo ho letto anch'io quest'albo e...la delusione è stata grande.
Sarà per via delle premesse che sono state fatte, sarà per l'evento che andava a raccontare, importantissimo nell'impianto dell'intera serie, sarà per il ritorno di Serra ma l'entusiasmo che avevo si è sgonfiato clamorosamente.
E' stato un po' detto tutto sugli aspetti negativi dell'albo.
Personalmente ritengo che l'albo sia troppo ingenuo, ammantato da una atmosfera festosa che non ho capito, forse perché pensavo più ad una situazione di crisi e ad un certo sconvolgimento da parte dei comprimari dopo il contatto; e poi mi ha dato la sensazione di essere fondato su complicati elementi di astrofisica che non si intrecciano a sufficienza con l'intera trama.
Trama che indugia anche troppo sul Nathan-androide a spasso per le librerie senza che questi momenti coinvolgano il lettore e siano utili allo scopo: usando come pretesto i libri mi sarei aspettato certe riflessioni sul futuro e sul passato dell'Uomo, sul suo Essere, sull'Universo e sul tempo. Invece è mancato tutto questo ed è mancato quell'intimismo al limite delle crisi emotive in cui spesso sfociava il Nostro nella sua visione delle cose.
Ma quello che manca, non solo in quest'albo piuttosto in generale nella testata, da anni, è proprio il racconto: manca la tensione, manca pathos, manca il linguaggio. Credo che il 90% dei lettori siano dei 40enni e pur tuttavia si continua ad insistere con questo linguaggio da asilo nido o anni '40. EBBBASTA!
Non sono un fan dei fumetti tutta azione e zero dialoghi, nè amo i fumetti iper verbosi. Però esistono le vie di mezzo e soprattutto, se non vuoi limitarti a portare a casa il compitino, qualche didascalia in più e un linguaggio più utile ALLA TRAMA (oltre che realistico) di sicuro non guasta. E non sto parlando di turpiloquio e americanate (che trovo anche peggiori) ma qualcosa che consenta all'autore di dare maggiore caratterizzazione al personaggio (protagonista e non), profondità al tema trattato, mordente alla storia. D'altronde il linguaggio è la linfa per il medium fumetto per colmare l'assenza di tutti quegli altri effetti di cui sono invece dotati il cinema e il teatro.
Sto leggendo l'Hellblazer di Delano e, di certo, mi rimprovererete che non ha senso fare paragoni. Tuttavia mi chiedo perché non si riesca ad uscire da certi canoni e paletti auto imposti.
Secondo me la testata si presta più di ogni altra ad un certo tipo di racconto.
Lodevoli i tanti accenni alla continuity ma mi scuserete se non mi entusiasmano visto che verranno sviluppati eventualmente tra 9 anni (pronto a cospargermi il capo di cenere in caso contrario).
Ciò detto, per me storia insufficiente.
Disegni e copertina che invece mi sono piaciuti.
Ora vado a leggermi lo speciale