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| Un "davvero bello" meritato. Siamo in un'altra epoca, tutto è diverso: la carta del fumetto, il modo di riquadrare le vignette, il lettering, i retini fatti a mano. Ma soprattutto una narrazione meno tambureggiante, dove non ci sono le spiegazioni riguardo a tutto. Soprattutto la tecnologia. Ma erano tempi diversi, anche al cinema. In questo numero ci sono tante vignette mute per permettere al lettore di osservare i dettagli tecnologici, una tecnologia molto "anni 80" piena di pistoni e tubicini, ieri ho rivisto Robocop e lo stile è più o meno quello, ma l'effetto che si vuole ottenere è quello di stupire, di far vedere come sarebbero state diverse le cose nel futuro. Adesso invece bisogna spiegare come funzionano le cose, a cosa serve il pistone A che poi stimola il transistor e... Ma forse non è un problema di scrittura, è un problema di lettura, credo. Abbiamo perso il senso della meraviglia, o forse la fiducia nel futuro, la speranza che almeno qualcosa sarà migliore, conta una scienza sempre costante nel corso del tempo che ci dice come funzionano le cose, ma non perchè funzionano o per quale scopo.
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