Domande a Glauco Guardigli, Curatore di Nathan Never

La Bonelli ha provato a diversificare la produzione ma i risultati sembrano modesti. Libri, film, serie tv... al momento i tentativi mi sembrano casuali e non strutturati. Sembra che saggino l'aria nel tentativo di cogliere la corrente giusta... ma col dito insalivato al vento non si va poi così lontano...

Non è malaccio il romanzo. Forse un target un po' adolescenziale. Probabilmente senza promozione non può far presa sui ragazzi che non conoscono Nathan, considerato anche il tipo di fantascienza che vi si ritrova che resta retrò-cyberpunk nella sostanza, nonostante il tentativo di modernizzazione (si parla di un social che controlla le menti dei cittadini della Città Est, peraltro idea non originalissima ma migliore di moltissimi albi degli ultimi tempi della serie regolare).

Dall'altro lato gli appassionati del fumetto lo hanno schifato (come state confermando).

In ogni caso fossi nella casa editrice non mi sarei tirato indietro nel progetto (la morte dell'autrice non lo vedo come un ostacolo, anzi sarebbe giusto rendere onore ai suoi sforzi).

I tentativi senza convinzione sono inutili, o si investe o non si investe. Ho anch'io l'impressione che ogni tanto si provi a far uscire qualcosa con il minimo sforzo (=spesa) nella speranza di una botta di culo.

Bella idea in effetti. Ci sta tutta a ripensare alla trama del romanzo. Dà un senso alla cosa efficacemente.

Che poi ci sono anche delle chicche, come la prima volta che Nathan beve il Koronju.

Sembra coerente quasi pertutto anche se Nathan scende nel primo livello, e questo non sono sicurissimo lo sia (mi sembrava scendesse per la prima volta in uno dei primi 20 numeri della SR ma non sono sicuro).