Viviamo in un'era in cui tutti intervistano le stesse persone e fanno loro le stesse domande. Perché noi dovremmo essere da meno?
Ecco, quindi & pertanto, una nuova intervista al Lettore, figura complessa e fantasmatica, già intervistata nel 2009
qui.
Intervistatore: Rieccoci qui, due anni dopo. Cosa è cambiato?
Lettore: Beh, per cominciare è cambiata la data. Anche se non sono proprio due anni.
Intervistatore: Poco meno di due anni, è vero, ma sono successe molte cose.
Lettore: Tipo?
Intervistatore: Beh, Lei dovrebbe saperle.
Lettore: Mah, a me pare che sia cambiato ben poco, in questo periodo.
Intervistatore: La rinascita di John Doe e dell'Aurea, quella di Capitan America, la guerra dei mondi di Nathan Never, il protagonista cattivo di Greystorm, le ristampe dei classici della golden age, e si potrebbe continuare...
Lettore: Appunto, le solite cose.
I.: Lei, così, mi opina e non mi opina.
L.: C'é poco da opinare, caro Lei. Mi parla di "rinascite", "ristampe", "guerre" e mi cita un fumetto che è puro feuilleton. Il vecchiume impera sovrano. Per cui, di cosa stiamo parlando?
I.: Opiniamo sul vecchiume, dunque. Bisogna pur opinare su qualcosa.
L.: In effetti, al giorno d'oggi chi non opina è perduto.
I.: Tutto questo vecchiume fa bene al fumetto di oggi?
L.: Mah, in fondo sì. Di idee nuove ce ne sono pochine, anzi, praticamente non ve ne sono, quindi tanto vale riciclare quelle vecchie.
I.: La Panini ha annunciato una nuova serie dei Paguri, con protagonista un italiano mariuolo. Sul forum di Comicus, ciclicamente, si parla di nuove riviste d'autore, che coinvolgono nomi autorevoli. E poi c'é Makkox... insomma, il nuovo c'é.
L.: Appunto, ciclicamente. Di nuovo il ripetersi... e poi sul forum di Comicus si trovano tante cose. Comunque, Lei ne ha mai vista una, di queste fantomatiche riviste? Io no. E guardi che in edicola ci vado spesso.
I.: E in fumetteria ci va?
L.: Raramente. Qui da noi sono troppo simpsoniane.
I.: Magari lì quelle riviste si trovano.
L.: Forse sì (anche se non è detto), ma se così fosse, chi le leggerebbe? Sarebbero riviste da nerd. Dove sarebbe l'autorialità?
I.: Beh, anche le riviste settantottine erano abbastanza nerd... dico male?
L.: Boh.
I.: E se l'autorialità, oggi, fosse la nerdezza (nerdità)?
L.: Ah, beh, ma guardi che è così. Viviamo in una società nerd, dopotutto. Makkox, che Lei mi citava prima, è nerdosissimo.
I.: La nerdosità corrisponde all'innovazione, dunque.
L.: Non ho detto questo. Makkox è nerdossissimo, ma fa satira, che esiste da secoli, se non addirittura da millenni.
I.: Facciamo dal big bang. E i Paguri?
L.: Idem come sopra. Sono nerd, ma anche molto italioti. Difatti il loro nuovo fumetto mi sa molto di commedia all'italiana.
I.: Don Zaucker è italiota?
L.: Non potrebbe essere altrimenti. La Chiesa ce l'abbiamo noi, purtroppo.
I.: O per fortuna (sa com'é, la par condicio). Il fumetto, a livello di idee, non va oltre il vecchiume. D'altronde, un certo signore diceva che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma".
L.: Sì, infatti. E lo diceva tanti tanti anni fa.
I.: Però, a livello di mezzi, il fumetto vive un momento di forti cambiamenti. Penso al fumetto digitale. Sarà un'innovazione o solo un fuoco di paglia?
L.: Il fumetto digitale mi piace molto. Poi sul mulo si trova praticamente tutto.
I.: Eehm, no... io mi riferivo a quello legale, ovviamente.
L.: Ah, giusto... (poi mi cancella la risposta di prima, sì?).. beh, sì, il fumetto digitale è interessante. L'unico inconveniente è che più che altro per prodotti Apple, e chi non ha prodotti Apple si attacca al tram. Io, onestamente, temo la nascita di un nuovo monopolio, dopo quello Microsoft.
I.: Due monopoli... fanno un oligopolio (e due giochi da tavolo).
L.: Esatto. A pensarci bene, nulla di nuovo nemmeno in questo caso.
I.: Pare che il mondo giri su se stesso, senza trovare sbocchi nuovi.
L.: Infatti gira su se stesso, all'incirca ogni giorno.
I.: Questo getta una luce metanarrativa sul connubio vita-fumetto, non Le pare?
L.: Per favore, non mi faccia domande troppo difficili.
I.: Perché no? Il fumetto può anche portare informazione e riflessione.
L.: Sì, ma solo se hard-boiled.
I.: Il fumetto avventuroso alla Bonelli è mero passatempo?
L.: Dipende se mi piace o no.
I.: Nathan never Le piace?
L.: Dipende dalla storia. O da chi lo scrive.
I.: Se lo scrivono Vietti, Serra, Perniola?
L.: Mi piace.
I.: Se lo scrivono Rigamonti, Medda, Piani?
L.: Eh, dipende. Il fatto è che a me non piacciono le riflessioni fini a sé stesse, ma mi piacciono se trovano sbocco nei personaggi o nell'universo narrativo. L'avventura, invece, è per definizione fine a sé stessa, ma nei fumetti bonelliani è anche profondamente intessuta con i personaggi che la vivono sulla loro pelle di carta.
I.: "Pelle di carta" è carina.
L.: M'é venuta così, ma dovrei averla letta da qualche parte.
I.: Quindi la Guerra dei Mondi La aggrada.
L.: M'aggrada, m'aggrada. La cosa buffa è che credo che l'autore abbia già detto come finirà, e anche più volte, negli ultimi dieci anni.
I.: Uno sconvolgimento così drastico comporterà enormi cambiamenti, quindi non avrà detto proprio tutto-tutto.
L.: No, probabilmente no.
I.: Comunque è uno scossone mica male per una serie vecchia di vent'anni.
L.: Sì, ma lo scossone in sé non è la Guerra dei Mondi. Tanti altri fumetti hanno subito sconvolgimenti simili. Lo scossone è l'aver fatto uno scossone pochi anni dopo un altro scossone, a sua volta successivo ad un altro scossone che ne seguiva un altro ancora. Al primo scossone uno dice: "Azz, però!". Al secondo dice: "Apperò, stavolta è tosta davvero". Al terzo dice: "Ancora?". Poi uno si convince che non ne faranno un altro, e invece lo fanno. E' una geniale mossa di marketing. E c'é chi dice che Bonelli non è bravo a farsi pubblicità.
I.: Un nome: Marvel.
L.: E' diverso. La marvel vive solo di scossoni, se togli i maxi-eventi non ci rimane niente. Non hanno trame verticali semplici, che possano costituire uno status quo per qualche tempo. Nathan Never, invece, le ha.
I.: In esse, va detto, prevale l'aspetto poliziesco più che quello fantascientifico.
L.: L'Italia è Paese di giallisti.
I.: E poi l'ha detto anche Serra, nello speciale a colori del ventennale. La fantascienza dura e pura è morta.
L.: Serra fa un discorso giusto, anche se la fantascienza "dura e pura" non esiste. E' un genere ibrido. La Fantascienza è una mignotta, ci sta con tutti i generi.
I.: Con questa frase aumenteranno i lettori.
L.: Se vuole mi spoglio, eh eh.
I.: Eh eh. Facciamo la prossima volta, ok? A proposito, ci sarà una prossima volta?
L.: Massì, l'anno prossimo non succederà niente, non si preoccupi. Certo, se succedesse qualcosa, allora sì che avremmo un vero e proprio scossone.
I.: Di cosa parlerebbero i fumetti, in quel caso?
L.: I meno innovativi, di scossoni e cataclismi maya. I più innovativi, di indiani e cowboy.
I.: La chiave per il futuro sta nel passato, diceva un tale.
L.: Diceva bene. Bonelli è l'editore più moderno di tutti. Grafica, carta e formato a parte.
I.: Quali sono il formato e la grafica del nuovo millennio?
L.: Formato libro d'arte con grafica ottocentesca. Pratica, semplice, economica.
I.: E se vuole leggere qualcosa al gabinetto?
L.: Uso l'I-Pad.
I.: Grazie.
L.: Grazie a Lei. Un saluto a tutti!