CITAZIONE (nemon760 @ 19/10/2010, 10:17)
Io invece polemizzo in un altro senso: capisco che narrare la passivita' e l'inettitudine sia una cosa poco da fumetto, dove ci sono sempre gli eroi di cartone, che come difetti (per renderli piu' reali) hanno situazioni o accadimenti palesi, come l'uccisione di qualcuno, l'infanzia, e via dicendo come anche Nathan ha sempre avuto. Fa parte del tratteggiare un CLASSICO personaggio dei fumetti.
Ma nessuno riesce a vedere un tentativo di narrare qualcosa che e' molto difficile da narrare?
Tutti vi lamentate per Nathan passivo, inerme, alla frutta... e non e' anche questa una condizione umana?
Mi viene da dire che se tutti vedete Nathan cosi', vuol dire che gli autori ultimamente sono stati bravi! Sono riusciti a far passare il messaggio.
Ritengo la sua condizione non solo possibile, ma realissima. E personalmente sono contentissimo che stiano toccando questo argomento, per motivi personali. Certo qualcuno l'avra' provata, altri no... ma sono classiche crisi che possono prendere, soprattutto ad una certa eta'. Serra & C. hanno deciso di parlarne, di entrare in questo argomento...
Poi la cosa puo' non piacere, ma come puo' non piacere un Nathan violento, o un Nathan sciupafemmine, o un Nathan burlone... questione di gusti, e non si puo' accontentare tutti.
A me del fumetto NN e' sempre piaciuto proprio l'aspetto introspettivo, l'analisi delle condizioni umane... e mi e' sempre piaciuto Nathan proprio come antieroe, umano appunto.
Aggiungo che mi è venuto naturale paragonare il Nathan di oggi (ultime tre-quattro storie) con quello degli inizi della serie, parlo proprio delle primissime storie, anche quello era un uomo sostanzialmente sconfitto, che faceva un lavoro che non gli piaceva, che non voleva più fare, ma vi era costretto per senso del dovere nei confronti della figlia (ma questo lo avremmo capito solo dopo più di un anno). IL Nathan delle prime missioni non era invincibile, come molti sembrano pretendere, "Agente Speciale Alfa" è il racconto di una missione fallita, così come il primo grande classico "La zona proibita".
Il Nathan ultimissimo è un uomo in fase di riflessione su se stesso e sulla sua vita e come tale abbozza progetti anche se non è sicuro di dove andrà a parare, questo deriva da un periodo di effettiva appannamento in cui il nostro era un "uomo senza qualità".
Il protagonista di quest'ultimo numero è un agente in gamba, ma svuotato, che si muove come una macchina efficiente, sembra vivere solo sulla superficie delle cose. Il Nathan de "il figlio scomparso" (più famoso come "la storia del babbino") è invece un essere diverso: non ne azzecca una, ma probabilmente perchè è preso da altre cose, è impegnato più nel profondo di se stesso e la superficie non conta.
Un altro modo per capire la differenza è
rileggersi le prime pagine di "quando la città muore" (NN197) e vedere il Nathan che corre da Sara in mezzo alla città distrutta perchè deve salvarla, e confrontarlo con il modo in cui si muove Nathan per salvare Sara in questo numero. La motivazione è la stessa, ma il modo d'agire e l'impulso, sono ben diversi.
Ora, secondo me, il riuscire a rendere queste sfumature in una sceneggiatura e nei disegni che la realizzano è un ottimo lavoro. Dal punto di vista tecnico. Poi siamo d'accordo che l'aspetto del coinvolgimento emotivo è un'altra cosa perchè ad uno piace una cosa e ad uno piace l'altra.
Io sono convinto che questa storia sia assolutamente coerente con il personaggio visto in 19 anni (cacchio, quanti sono) per cui non capisco più che altro che versione di Nathan Never abbia in mente chi la critica.
Mi pare poi che questa sia la linea che sta spaccando il forum (e il PDL
) più o meno dall'ultimo gigante