Ed ecco il finale. Inizio dalla copertina che mi piace molto, più che altro per la scelta dei colori, con il rosso della veste di Idea che risalta in mezzo allo scenario marmoreo, anche se poi è un rosso cupo, quasi opaco e quindi anche se risalta è come se scomparisse. Peccato che la fisionomia del volto di Idea sia troppo deformata e l'espressione non rifletta la durezza dei disegni di Cascioli, sembra più tranqulla che altro.
L'albo la butta molto sull'azione, ma riesce a tirare le somme di tutto in un modo che ho trovato soddisfacente, con una buona varietà di scenari e situazioni.
Arrivati a questo punto della storia mi aspettavo che:
1) Idea si alleasse con gli Alfa (diciamo che più che altro era un mio sogno perché mi piace molto il personaggio
)
2) L'Agenzia arrestasse tutti (e invece sangue e morti a volontà!)
3) Baldwin venisse ucciso in missione e spirasse tranquillo perché tanto ormai la Compagnia era spacciata.
Tutte queste predizioni sbagliate dimostrano che io non potrei mai scrivere una storia di Nathan Never
il che mi sta anche bene perché ho sempre pensato che il lettore fa il lettore e lo scrittore lo scrittore, non mi sognerei mai di rubare il lavoro a nessuno.
Comunque, tornando alla storia, questa saga mescola in sé molti temi. Il controllo della privacy, la privatizzazione dell'acqua... e alla fine stabilisce come tutto sia comunque riconducibile a una sorta di intrinseca condizione di dramma cui l'umanità si condanna per scelta, nella perenne illusione di poter possedere e gestire un potere che dà la felicità. Il personaggio di Baldwin è la
pars construens, quello che si ravvede e tenta di rimedire al male, Aleph è la
pars destruens, che cerca di modificare lo status sfruttandolo e ne viene soggiogata. Saranno anche temi già letti, ma personalmente li ho letti con piacere.
E spero di rivedere Idea prima o poi nella collana