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212 - Vittime e carnefici
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212 - Vittime e carnefici, Gennaio 2009 - Secchi/Olivares

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jack65
view post Posted on 22/1/2009, 14:08 by: jack65     +1   -1




Qualche parola sul NN “reazionario” (in che senso, poi, politico, morale? io preferisco usare questi termini in senso esistenziale, almeno in questo contesto), che è venuto fuori, soprattutto per quanto riguarda famiglia, matrimonio, amore, e la loro funzione complessiva all’interno della nostra società.
Facciamo parlare chi queste cose le studia da filosofo-psicologo, si può essere più o meno d’accordo ma il problema è centrato alla perfezione.

“[…] nell’età della tecnica l’amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l’unico spazio in cui l’individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata. Dall’altro lato questo spazio, essendo l’unico in cui l’io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell’individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto con l’altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l’identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza.”
“[…] L’amore perde così tutti i suoi legami sociali e diventa un assoluto (solutus ab, sciolto da tutto), in cui ciascuno può liberare quel profondo se stesso che non può esprimere nei ruoli che occupa nell’ambito sociale.”
“[…] L’amore diventa a questo punto la misura del senso della vita, e non ha altro fondamento che in se stesso, cioè negli individui che lo vivono, i quali, nell’amore, rifiutano il calcolo, l’interesse, il raggiungimento di uno scopo, persino la responsabilità che l’agire sociale richiede, per reperire quella spontaneità, sincerità, autenticità, intimità che nella società non è più possibile esprimere.”
“[…] Come unico spazio rimasto per essere davvero se stessi, l’amore diviene la sola risposta all’anonimato sociale e a quella radicale solitudine determinata, nell’età della tecnica, dalla frammentazione di tutti i legami.”
(Umberto Galimberti)
Visto da un altro punto di vista, diciamo allora che nella nostra società super organizzata e finalizzata alla produzione-riproduzione all’infinito di un uomo-massa consumatore di merci perfettamente funzionale al mantenimento della stessa, i legami sociali perdono sempre più terreno in vista di un soggetto sempre più isolato e anonimo la cui identità tende ad essere sostituibile con quella di qualsiasi altro, un atomo individuale che tende ad avere rapporti sociali solo all’interno di strutture tecnico-lavorative. Uomini uguali con bisogni uguali, standardizzati, sostituibili, se si vuole si può anche dire la planetarizzazione, la globalizzazione del consumatore occidentale piccolo borghese, che quindi si identifica con l’individuo tout court, e quindi parlare di vita piccolo borghese vuol dire semplicemente parlare della la vita di tutti, senza nessun motivo di scandalo perché non c’è grande alternativa.

E anche l’amore, che è bene ricordarselo, ha mille facce e sfaccettature, tende a essere funzionale a questo tipo di società, e cioè a garantire un certo terreno di libertà e autenticità ad un individuo atomizzato, in cui i suddetti valori si realizzano, quando è possibile, in ambito strettamente individuale, nella sfera privata, proprio perché la sfera pubblica è completamente soffocata dall’utilitarismo e dalla funzionalità derivanti dallo scambio di merci e dall’organizzazione tecnica. Da questo ne consegue che all’amore è fatto carico addirittura del reperimento del senso dell’esistenza, in certi casi. Se poi prevalga veramente di più la ricerca del proprio io o l’autentica relazione con l’altro, questo lo lascio aperto.
Famiglia, matrimonio, figli, relazioni, le mille facce dell’amore, insomma, più che essere definiti “reazionari”, possono tutt’al più essere chiamati “funzionali” al tipo di società corrente, tanto il Nathan Never tutto famiglia matrimonio e figli che il Ned Never martello pneumatico nell’industria del porno.

Ma c’è di più. Come c’insegna il divino Platone, Eros è tensione continua verso una completezza e una totalità che sempre ci sfugge, è desiderio, aspirazione e ricerca di una pienezza di vita, di una felicità miticamente originaria ma perduta che solo lui può aiutarci a ritrovare. Insomma, Eros è trascendenza, è andare oltre i limiti imposti alla condizione umana, e in questo senso può essere eversivo di ogni ordine costituito, individuale e sociale.

La fantasia del matrimonio con Sara risponde a diversi bisogni interiori, in cui Eros agisce in senso ampio.
1 La ricerca di un momento di vera autenticità, la possibilità di avere una relazione umana veramente appagante e soddisfacente, prima di tutto. NN ha sempre cercato relazioni umane, di amicizia, nel proprio ambito lavorativo, e questo aveva funzionato nel passato, ma da qualche tempo non più. Lo stesso si può dire della relazione con una donna, soprattutto dopo Hadija.
2 Il bisogno di dare una dimensione, un senso nuovo alla propria vita, tale da relegare in secondo piano il lavoro, così soffocante, dove l’uomo NN esiste in quanto è funzionale all’organizzazione globale che richiede come massimo e unico obiettivo l’efficienza. Il coinvolgimento emotivo nel proprio lavoro era la marcia in più di cui ha sempre avuto bisogno per dare un senso a quello che faceva, come dice, “per sentirsi vivo”, per non restare rinchiuso nella funzionalità del sistema, ma anche questo non funziona più. Qui sta la trascendenza verso la propria situazione contingente.
Il matrimonio e i figli assumono la dimensione di quello che può essere chiamato amore-impegno o amore-responsabilità, oltre un mero incontro di solitudini atomizzate, una vera e propria scelta di vita che anziché essere “reazionaria” è “rivoluzionaria” per la svolta netta che dà al proprio stile di vita attuale.
3 Il bisogno di riscatto, derivante dai mai sopiti sensi di colpa per il primo matrimonio. Ricreare la stessa situazione ideale del passato per darsi una seconda possibilità e non fallire una seconda volta, assumersi le responsabilità di moglie e figli di cui non era stato capace in passato.
Certo che nella fantasia si sposa in chiesa, non solo perché è cattolico di educazione, ma perché tutta la vicenda neveriana può essere vista sotto la chiave colpa (peccato)-espiazione-redenzione, profondamente cattolica. Espiare i propri fallimenti con una seconda possibilità al punto di volere addirittura un altro figlio e realizzare concretamente uno degli scopi fondamentali della propria vita che si era dato in passato, una famiglia. Può sembrare banale, reazionario, piccolo borghese, forse è semplicemente “umano”.

Se proprio devo trovare un atteggiamento “reazionario”, allora lo trovo nel lavoro, o meglio nel fatto di continuare a svolgere il lavoro di agente speciale in un’agenzia da tempo compromessa con i mille intrighi della politica, a partire dalla precettazione forzata in occasione della guerra che lo ha portato all’uccisione di un manifestante.
Questo Legs lo ha sentito profondamente, e anche se non sono mai stati detti fino in fondo i motivi del suo abbandono, mi sembra si possano attribuire al bisogno di libertà, autonomia e indipendenza ottenibili solo in una dimensione piccola, lontano dalla città, dalla politica e dagli intrighi, tenendosi fuori dal giro che conta.
Questo coraggio NN non lo ha mai avuto, e ne subisce tutte le conseguenze.

La fantasia poi non è realizzabile, innanzitutto perché Sara è la donna sbagliata, non è la donna perfetta ma l’amante perfetta, proprio perché non vuole impegni, responsabilità, anche lei è totalmente presa dal lavoro, concede all’amore solo i ritagli di tempo.
Bisognerebbe fare una disamina sulle scelte sentimentali di NN, ma lo farò a suo tempo.
E soprattutto non è realizzabile perché è lui stesso a non volerlo fino in fondo, sempre per il discorso del lavoro. E allora si accontenta di un sentimento da lui stesso definito arido, è il perfetto complementare di Sara.
Il vecchio discorso della maturità del vecchio Nat, pronto ad impegnarsi seriamente con una donna, con Sara va a farsi benedire, sono fatti l’uno per l’altra nel senso che vogliono lo stesso tipo di pseudo relazione, un palliativo dalla solitudine.
Non so se Vietti lo abbia pensato, ma sarebbe il caso che dopo la futura guerra venisse dato il benservito a Sara. La cosa che mi ha sempre lasciato perplesso è il riavvicinamento fra i due nel dopoguerra, chissà cosa sperasse Nat ma la situazione era già chiara in partenza.
Se poi vogliamo guardare Sara con occhio maligno, in passato è stata lei la tentatrice, “adescando” Nathan, e poi si fa “consolare” da Sawyer, e ci fa pure una figlia. Insomma, dei peccatucci ce li ha anche lei, come tutti, ma sembra completamente priva di quei rimorsi che invece caratterizzano il nostro.

Un ultimo accenno alla questione che NN ritiene Blake migliore di lui.
Di certo non ne giustifica il crimine, tanto più che non giustifica nemmeno se stesso: sono tutti e due assassini a sangue freddo.
Ma Blake è “migliore” di lui perché aveva assunto un impegno che si può definire etico, aveva preso su se stesso la responsabilità di proteggere il figlio in qualsiasi situazione, frutto di un amore assoluto, ab solutus, sciolto da ogni legame con ogni situazione umana, e proprio perché assoluto divenuto abnorme, folle, criminale.
Ma l’assunzione di responsabilità c’era, nettissima, cosa che il vecchio Nat non ha saputo/voluto fare, non ha saputo/voluto scegliere, perché non ha mai provato una intensità tale nei propri sentimenti verso la moglie e la figlia.
Per questo, e penso solo per questo, Marcus Blake è considerato migliore di lui. Volgere il proprio sentimento interiore in un atto, in una scelta di responsabilità che investe la totalità dell’esistenza, questo NN “invidia” a Blake e rimprovera a se stesso, non l’eccesso che ne è stato l’orribile conseguenza.
 
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135 replies since 18/12/2008, 18:26   4020 views
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