212 - Vittime e carnefici, Gennaio 2009 - Secchi/Olivares

stessa mancanza di azione e abbondanza di atmosfere, di emozioni, stessa storia con "colpevoli" dichiarati ma talmente sfumati che alla fine non sai più dare uuna definizione chiara di "colpevole". Mi ha anche ricordato il finale di "Una canzone epr Sara", dove Nat immagina che sarebbe successo se avesse avuto più coraggio

E' bello confrontare le due storie: lì Nathan si colpevolizza perchè avrebbe dovuto reagire diversamente dopo la morte di Laura e amare Sara sin dall'inizio, qui si colpevolizza proprio per aver amato Sara, in quanto si rende conto che la ama in modo egoista, sbagliato.

Chi ha detto che la vera continuity neveriana riguarda la crescita psicologica del personaggio, ha detto una grande verità.

Bello anche cofrontare l'immagine che Nathan ha di sè nel suo "sogno ad occhi aperti" (sempre ben rasato, in perfetta forma, pelle liscia, soprattutto la scena in spiaggia) con la realtà (sempre con la barba incolta e l'aspetto un po' trasandato) e con il ritratto di Alice (brutto e triste, la sua vera anima attuale?) Geniale.