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| Per me questa storia è l'inizio di un periodo della serie regolare di Nathan Never in cui c'è stata una sequenza di capolavori quasi ininterrotta fino alla fine della saga alfa (uniche due storie che fanno eccezione sono "La Dama di Ghiacchio", che comunque ritengo una storia molto bella anche se lievemente inferiore alle altre, e "Paura dal Profondo", una buona storia ma nulla più). In questo periodo è stato messo veramente di tutto: dal concetto di predestinazione, presente proprio in quest albo alla delusione che può darti l'amicizia; dal momento in cui Nathan vive un secondo rapimento della figlia, alla scoperta del lato più umano di Hohenzoller; dal processo di maturazione di una bambina malata che si trova ad aiutare il suo rapitore, alle trame oscure che si svolgono alle spalle di un politico idealista e onesto; dall'inizio della saga di babilonia, fino agli scontri con gli shra e con selena; dagli universi paralleli, allo sviluppo dei rapporti tra Nathan, Sara e Sawyer; da una fuga disperata che si conclude solo grazie alla rinuncia di un personaggio della propria rettitudine ed onestà, a quell'incredibile finale del primo periodo neveriano che è stata la saga alfa nei suoi cinque magnifici albi.
Tante sono state le immagini e le parole che mi sono rimaste da questo splendido periodo (che ha pure avuto nelle uscite fuori serie altre gemme come "Oceano Verde" e "I Fiumi del Cielo") che ha contribuito tantissimo a consolidare la mia percezione riguardo alla serie di Nathan Never come la miglior serie a fumetti di ogni tempo.
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