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| Con la preparazione della serie regolare di Legs Weaver, per sopperire ad un suo parsimonioso utilizzo nella serie regolare, evitando di sovraesporre troppo un comprimario, il terzo anno di vita editoriale di Nathan Never ha visto l’inserimento sistematico di nuovi membri che hanno rimpolpato le fila dell’agenzia alfa. Ciò ha contribuito ad arricchire l’affresco dell’ambiente di lavoro neveriano, nonché a donargli credibilità. Era, francamente poco realistico che il tutto si riducesse sempre e solo al trio Nathan/Legs/Sigmund con la supervisione di Reiser.
In questo albo l’esordio tocca ad Al Goodman. Medda, come per Andy in “Dirty Boulevard” sceglie di farlo con un episodio in cui la trama ha un’importanza secondaria. L’accento viene posto sulla struttura non lineare del racconto e sui personaggi.
A dispetto del sopra citato “Dirty Boulevard” però non considero l’esperimento del tutto riuscito. I personaggi vengono fuori alla grande, e da manuale dello sceneggiatore sono i toni da commedia e le citazioni. Ma nella lettura c’è sempre un senso di dispersione. Come se le varie sequenze in cui il registro spesso varia dall’introspettivo, all’action, passando per la commedia non siano amalgamate tra loro.
Casini,da parte sua invece, sfodera l’ennesima prova superlativa. In quegli anni era in formissima.
La copertina di Castellini invece, a mio parere comunica una tensione che all’interno del racconto non si avverte mai. Soprattutto nella sequenza che rappresenta. Che ho trovato la più fredda all’interno dell’albo
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